Friday, February 16, 2007

il mercato dei falsi

Sunday, February 11, 2007

Le verità sospese

"Allarme Polonio, in clinica tre persone. Mostrano segni di malattia". "Spia uccisa, Scaramella a Londra sarà sottoposto a test sulla radioattività". "Scaramella, Livtienko e tre russi. Chi è l'avvelenatore del polonio?".(La Repubblica).
Per settimane, il mondo è stato ed è sistematicamente bombardato da allarmi di vario genere: Polonio, Antrace, Sars...
Argomenti del genere, in linea di massima, arrivano a condizionare fortemente le persone, innescando un circolo di paure continue: da quella di aprire una semplice lettera (Antrace), a quella di andare a fare la spesa (Sars), o di salire su un aereo (Polonio).
Sono timori che restano nel tempo e avrebbero bisogno di essere superati.
Ma che fine fanno questi allarmi giornalistici?
Si aprono inchieste che tempestano telegiornali, quotidiani e periodici di tutto il mondo, ma che poi non trovano mai una conclusione.
Ma, allora, il compito di un giornalista non dovrebbe essere quello di andare a fondo nella ricerca della verità? Non doverebbe sciogliere il bandolo della matassa per fare luce e chiarezza in particolare su quei temi che hanno creato allarme?

Saturday, February 10, 2007

“SOSTIENE PEREIRA” di Antonio Tabucchi


Risultato di un lavoro di due mesi di intensa scrittura e di una lunga “convivenza” dell’autore con l’idea del personaggio Pereira, a partire già dal settembre del 1992, il romanzo “Sostiene Pereira” (pubblicato poi nel 1995) nasce come elaborazione letteraria di una fatto di cronaca: la morte di un giornalista di cultura cattolica che tra gli anni ’40-’50 si era opposto al regime salazarista. A partire da tali semplici elementi, Tabucchi elabora e costruisce un intero romanzo su un personaggio di notevole valenza, attorniato da un “cast” di personaggi, atti a prendere coscienza del dramma scatenatosi in Europa. Grazie a Pereira (il cui nome in portoghese significa “albero del pero” ed è di derivazione ebraica e rappresenta un omaggio al popolo che più ha sofferto a causa delle dittature europee), il romanzo segue un movimento lineare, in un progressivo allargamento della visuale, proporzionale non solo allo sviluppo caratteriale del protagonista, ma anche al susseguirsi delle vicende relative al contesto socio-politico-culturale.
La modesta routine di Pereira, giornalista del “Lisboa”, si interrompe per l’incontro prima con Monteiro Rossi, giovane oppositore della dittatura e poi con Marta, vera ispiratrice della coscienza politica del giovane, in un momento in cui sul Portogallo e sul resto dell’Europa si abbatteva la tragedia della dittatura fascista.
Da tali incontri Pereira inizia a prendere coscienza della situazione politica, che imprime una vera e propria svolta sia a livello psicologico che morale. Una metamorfosi presentata come inevitabile conseguenza della presa di coscienza di un intellettuale cattolico di fronte alla tragedia che stava affliggendo l’Europa.
Il romanzo è stato oggetto anche di una trasposizione cinematografica ad opera di Roberto Faenza, con Marcello Mastroianni nelle vesti del protagonista; l’attore, per la sua fisicità e la sua versatilità, ha incarnato perfettamente il giornalista portoghese.
Attualmente lo stesso soggetto è rappresentato al teatro Valle di Roma.

Wednesday, February 07, 2007

Lingua e linguaggio televisivo

Che fine ha fatto la lingua italiana?
E' sempre più consueto ascoltare commenti, interviste e opinioni (dato il proliferare di pseudo talk show) costruiti con strutture linguistiche che hanno sempre meno a che fare con forme corrette per non dire ricercate.
Congiuntivo, pronome maschile (gli) utilizzato anche per il femminile, lessico ripetuto e monotono, sono solo alcuni esempi di un linguaggio poco curato e attento al significante.
Non solo gli "opinionisti" ( dei quali non sempre si cononoscono le "competenze"), ma politici, conduttori e purtroppo anche giornalisti, sono affetti da una "malattia" che colpisce gran parte della popolazione. E ancora una volta la "cattiva maestra"(la televisione) di Popperiana memoria è artefice di una decadenza...in questo caso linguistica.