cecità
In un mondo popolato esclusivamente da ciechi, solo una donna è dotata della vista.
E’ questa la paradossale situazione che si sviluppa nel romanzo “Cecità” di José Saramago, il più importante scrittore portoghese contemporaneo, Premio nobel per la Letteratura.
In un paese qualunque un guidatore, fermo in attesa del verde, si accorge di perdere la vista. La vittima è afflitta da un “mal bianco” : la cecità produce, infatti, la visione di un mare di latte che gli impedisce di vedere la realtà di tutti i giorni. Non si tratta di un caso isolato , ma l’inizio di un’epidemia che affligge l’intera popolazione ad eccezione della moglie del medico, oculista, che diagnosticherà la malattia del primo cieco. L’autore parte da tale situazione per proporre una profonda metafora della vita, tracciando, con immagini cariche di intensità, quell’oscurità in cui è sprofondato il mondo e la sua moralità. Sarà proprio l’impossibilità di vedere a ridare importanza alla realtà di tutti i giorni e porterà alla rivelazione del reale senso delle cose, non colto più dagli uomini troppo presi dalla futilità della vita. D’altra parte la citazione dal "Libro dei Consigli", posta ad apertura del romanzo, spiega gran parte della morale del libro:
“Se puoi vedere, Guarda.
Se puoi guardare, osserva”.
Il finale spiazza il lettore, con uno scioglimento dell’intreccio, forse superfluo in un romanzo che produce una riflessione profonda sull’ipocrisia, la sopraffazione e l’indifferenza che caratterizzano la società contemporanea.
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